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Il vaccino contro l'influenza A muove i primi passi in Italia. Inizia, infatti, la distribuzione alle Regioni del siero che mira a mettere al tappeto il virus A/H1N1. Entro fine ottobre, dunque, dovrebbero iniziare le prime immunizzazioni, partendo da quei target individuati nelle ordinanze messe a punto dal dicastero del Welfare il mese scorso. Il vaccino verrà infatti distribuito seguendo, passo dopo passo, i dettami di una strategia con la quale il Governo, come più volte ribadito dal viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, punta ad eradicare il virus entro l'estate del 2010. Per far fronte all'epidemia di nuova influenza A, verrà progressivamente vaccinato "almeno il 40%" della popolazione residente in Italia, come ribadisce l'ultima Ordinanza firmata da Fazio il 30 settembre scorso. In prima istanza, verranno vaccinati gli operatori sanitari che devono garantire le prestazioni assistenziali, il personale che garantisce gli aspetti di sicurezza del Paese (vigili del fuoco, polizia, protezione civile, etc) e il personale che assicura la continuità dei servizi cosiddetti essenziali (acqua, energia, telecomunicazioni, rifiuti, etc), circa 1 milione e mezzo di persone; i soggetti a rischio con patologie croniche gravi fra 6 mesi e 65 anni; donne al secondo e terzo mese di gravidanza e quelle che hanno partorito da meno di 6 mesi o, in loro assenza, chi assiste il bambino in maniera continuativa, circa 7 milioni di persone. Dopodiché, in seconda istanza, il vaccino verrà offerto alla popolazione dai 2 ai 27 anni, fascia d'età nell'arco della quale il virus si trasmette più facilmente. L'ordinanza elenca puntualmente le malattie o le condizioni cliniche in presenza delle quali si parla di 'categorie a rischio': malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio, inclusa asma, displasia broncopolmonare, fibrosi cistica e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva); gravi malattie dell'apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite; diabete mellito e altre malattie metaboliche; gravi epatopatie e cirrosi epatica; malattie renali con insufficienza renale. E ancora: malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; neoplasie; malattie congenite ed acquisite che comportino carente produzione di anticorpi; immunosoppressione indotta da farmaci o da Hiv; malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale; patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie, ad esempio malattie neuromuscolari. Infine, obesità con indice di massa corporea (Bmi) maggiore di 30 e gravi patologie concomitanti; condizione di familiare o di contatto stretto di soggetti ad alto rischio che, per controindicazioni temporanee o permanenti, non possono essere vaccinati. dal sito www.regione.lazio.it