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Martedì 26 Maggio alle ore 12 si è riunito il tavolo sindacale regionale Martedì 26 Maggio alle ore 12 si è riunito il tavolo sindacale regionale per il rinnovo dell’Accordo regionale che ci vede impegnati nel miglioramento delle cose già in essere e nel raggiungimento di nuovi obiettivi utili alla professione e, perché no?, tesi al miglioramento dei nostri emolumenti. La parte Pubblica ha esercitato il suo giusto ruolo affermando che le risorse sono limitate, che è importante dare in tutto l’ambito regionale gli stessi livelli di assistenza e che l’imminente firma dell’Accordo Nazionale imponeva una breve pausa di riflessione anche se invitava tutte le Rappresentanze Sindacali ad apportare le proprie riflessioni in breve tempo per permettere in dieci giorni al massimo una nuova convocazione. Fin qui tutto regolare ma, ci chiediamo, come si fa a dire che le UCP vanno valutate sul risultato e che forse non sono il modello da perseguire? Pensereste che una frase simile l'abbia detta la parte pubblica. Sbagliato. L'ha detta lo SNAMI. Forse il pagamento di un potenziamento orario, studi aperti dalle dieci alle 19, modalita' molto gradita dai nostri pazienti, non fa piacere allo SNAMI che si lamenta sempre, che minaccia di tutto di più, che critica fantasiose operazioni fatte da cooperative senza accordi sindacali. Sarebbe più semplice che gli appartenenti allo Snami, anche per coerenza, se non credono nella utilita' delle UCP laziali, non le facciano. Peccato per loro. Noi invece vorremmo estendere a tutti i medici che lo vogliano fare tale possibilità di guadagno. Abbiamo anche richiesto di innalzare il rapporto ottimale per permettere una vera possibilità di lavoro, non un finto ingresso senza un corrispettivo di assistiti tale da consentire la sopravvivenza, un aumento del pagamento della vaccinazione antinfluenzale ormai obsoleto, un più fermo controllo sull'assistenza pediatrica oltre i 14 anni, oltre che la verifica anagrafica in quanto nella Regione sono moltissimi i cittadini che non hanno effettuato la scelta del medico. Abbiamo chiesto che finalmente si attui l'Accordo regionale per la Continuita' Assistenziale, rimasta al palo in questa Regione con tutti i problemi irrisolti e quotidianamente incombenti. Non abbiamo dimenticato l'articolo 36, comma 4, in merito agli studi condivisi con medici sottoposti ad autorizzazione dove solertissimi funzionari aziendali invece di controllare se lo studio soggetto ad autorizzazione ha i requisiti di buona struttura al servizio del cittadino controllano il Medico di famiglia ospitante, imponendogli cose che farebbero ridere se non riguardassero cose serie. Per il resto l'accordo e' di largo respiro, UCP volontarie estese ad almeno il 75% dei Colleghi ( oggi siamo intorno al 62%), presa in carico di alcune patologie, ambulatori di cure primarie e post-acuzie, per i quali abbiamo il know out necessario, possibili sviluppi di progetti informatici ( telemedicina etc). Certo le sorprese sindacali non mancano. Che dire infatti di chi si appropria a fini di cassetta sindacale dell'ottenuto pagamento degli arretrati per le UCP? Certo erano dovuti, ma le gambine e le manine che li hanno finalmente fatti uscire dal cassetto sono le nostre, non di altri sindacati, pronti a tuffarsi nel millantare. Ma noi siamo la FIMMG Lazio e abbiamo troppo senso di responsabilità oltre che verso i nostri Iscritti anche verso tutti i Medici del Lazio. Per cui poche chiacchere e fatti concreti senza sbandieramenti di facciata. Porteremo le nostre proposte al tavolo di trattativa e cercheremo di portare a casa un buon Accordo Regionale, che tuteli i Colleghi e fornisca loro gli strumenti con i quali allargare le possibilita' di guadagno, che stemperi inoltre anche l'impatto dell'ACN appena firmato, modulandone le criticita' in modo che diventino opportunita'. Un Accordo che otterremo anche in barba a chi predica bene e razzola male. dal sito www.fimmgroma.org