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SICUREZZA: DDL; MEDICI,NO A DENUNCIA, SI PENSA A OBIEZIONE/ANSA (ANSA) - ROMA, 5 FEB - E' un no unanime e deciso quello espresso dai medici all'emendamento votato oggi dal Senato, che elimina il divieto di denunciare gli immigrati irregolari bisognosi di cure. Il rischio, secondo l'Ordine dei medici, è la nascita di una sanità clandestina, gestita da gruppi etnici e religiosi, e anche di pericoli per la sanità pubblica. E dalle file dell'opposizione e dei sindacati si invitano tutti i medici ad esercitare l'obiezione di coscienza. "E' un provvedimento sbagliato - spiega Amedeo Bianco, presidente degli ordini dei medici (Fnomceo) - per la tutela della salute pubblica, con il rischio della comparsa di una sanità clandestina, e perché rischia di danneggiare l'immagine e la tradizione italiane di accoglienza e vicinanza". Una scelta che provoca "ribrezzo - aggiunge Stefano Biasioli, presidente dei medici dirigenti (Cimo-Asmd) - nei medici del Sistema sanitario nazionale, perché non siamo questurini". C'é inoltre il pericolo di far diventare "migliaia di bambini invisibili", secondo la Società italiana di pediatria e al Federazione italiana medici pediatri. "Si avranno in Italia migliaia di bambini invisibili, a rischio di essere fatti nascere clandestinamente fuori dagli ospedali, di essere tolti dalla scuola e privati di assistenza sanitaria, vaccinazioni comprese". Carlo Podda, segretario generale della Fp Cgil, annuncia che "verranno valutate le iniziative più efficaci per scongiurare l'applicazione di questa norma, prime tra tutte la disobbedienza civile e l'obiezione di coscienza". Vittorio Agnoletto e Giusto Catania, eurodeputati del Prc, propongono "all'Ordine dei medici di avviare una campagna per l'obiezione di coscienza contro una legge che viola il diritto alla salute". Condanna anche dall'opposizione. "E' un'idea sostanzialmente razzista. Per me è del tutto inaccettabile. Creare condizioni per cui persone ammalate abbiano paura di farsi curare è un'idea inumana", dice il segretario del Pd Walter Veltroni. Critiche anche da Gino Strada, fondatore di Emergency, che annuncia che "continuerà a lavorare e fornire assistenza gratuita in Italia come ha sempre fatto" e da Medici senza frontiere. "Viene minato il diritto alla salute. Siamo sconcertati per la scelta del Senato di avere consapevolmente ignorato il grido di allarme lanciato dagli ordini professionali di medici, infermieri e ostetriche e dalla società civile", dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. Soddisfatta invece Francesca Martini, sottosegretario al Welfare, secondo cui tale emendamento rappresenta una "possibilità di collaborazione con il ministero dell'Interno. Il medico può segnalare i casi che ritiene opportuno e questo non ha nulla a che fare con la coscienza MEDICI FAMIGLIA, CON DENUNCE GRAVE RISCHIO INFEZIONI (AGI) - Roma - I medici del servizio sanitario pubblico potranno denunciare i clandestini, i quali a loro volta potrebbero disertare in massa gli ambulatori, andando in giro senza controllo sanitario ed essendo potenzialmente portatori di malattie infettive. E' "un grave rischio" quello che deriva dalla norma sulla denuncia dei clandestini votata oggi al Senato, secondo il segretario della federazione dei medici di famiglia (Fimmg) Giacomo Milillo. "Un rischio per la salute pubblica - attacca Milillo - perche' un clandestino potrebbe non rivolgersi alla struttura sanitaria per paura di essere denunciato, e quindi in caso di malattia non scatterebbero tutti i meccanismi di difesa della nostra popolazione. Ci sono molti rischi per forme infettive come aviaria e tubercolosi, forme virali diffusive che senza controlli sono pericolose. Bisogna collaborare - ribadisce Milillo - perche' nella salute non ci sono cittadinanze ne' razze". Quanto alla norma in se', Milillo apprezza "la liberta' che si lascia al medico di decidere se denunciare o no, e' apprezzabile che ci si affidi alla libera coscienza e all'etica del singolo medico". (AGI). (ANSA) - ROMA, 5 FEB - ''I medici di famiglia guardano con sollievo alla modifica apportata al testo originario del provvedimento che prevedeva l'obbligo di denuncia, e che ora affida la eventuale decisione alla libera coscienza e all'etica del singolo professionista''. Lo dice il segretario della federazione dei medici di famiglia (Fimmg), Giacomo Milillo, a proposito del Ddl sicurezza. I medici, continua Milillo, ''sostengono pero' con forza l'obbligo deontologico, prima ancora che giuridico, per tutti i medici di prestare le cure necessarie a chiunque''. Il rischio e' che ''nel paese, in seguito ad una non corretta interpretazione della norma di legge, molte persone, per paura di conseguenze legali, rinuncino a farsi curare nelle strutture pubbliche''. Cio', conclude Milillo, ''potrebbe esporre il singolo, ma soprattutto nel caso di malattie infettive l'intera popolazione, a rischi sanitari anche gravi vanificando le comuni azioni di prevenzione''. (ANSA).