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E' uscito in questi giorni, a cura dell'ISTAT, l'annuario statistico italiano 2008. Sono 130 anni che, attraverso l'annuario, l'ISTAT offre un ritratto sintetico e aggiornato del Paese, a testimonianza del patrimonio della statistica pubblica. Lo spaccato che l'ISTAT ci offre è ampio e abbraccia ovviamente i campi vitali della nostra esistenza. Si va dall'ambiente e territorio, alle attività culturali, dal lavoro all'istruzione, dai trasporti al credito, dall'assistenza e previdenza sociale alla salute e sanità. Per ogni singolo argomento vi sono schede metodologiche sulle singole fonti statistiche, bibliografia e indice analitico per rispondere al meglio alle esigenze informative e di approfondimento degli utilizzatori. Sanità e Salute Nel 2006 sono stati 46.000 i medici di base presenti sul territorio nazionale, confermando un'offerta pressoché stabile di 8 medici ogni 10 mila abitanti. Il dato medio degli assistiti è di 1.119 per ogni medico, dunque al di sotto del massimo contrattuale consentito (1.500 pazienti); unica eccezione la provincia autonoma di Bolzano con un numero medio di 1.684 assistiti per medico. La variabilità regionale passa da 1.008 nel Lazio a 1.243 in Lombardia. Per quanto riguarda i pediatri nel 2006 hanno operato in Italia circa 7.500 medici pediatri: circa 9 ogni 10 mila bambini fino ai 14 anni; escludendo, anche quì, la variabilità del numero dei bambini assistiti da un pediatra per Regione, si va da 713 bambini assistiti in Val D'Aosta a 913 in Campania. Gli ambulatori e i laboratori pubblici e privati convenzionati sono circa 17 ogni 100 mila abitanti; servizi di guardia medica sono circa 5 ogni 100 mila abitanti, valore pressoché stabile negli ultimi tre anni. L'assistenza domiciliare integrata costituisce un servizio sanitario di fondamentale importanza in una società come quella italiana in cui il processo di invecchiamento della popolazione è molto evidente: assicura al domicilio del paziente prestazioni di medicina generale, specialistica, infermieristiche domiciliari e di riabilitazione, di aiuto domestico da parte dei familiari o del competente servizio delle aziende, di assistenza sociale. Nel 2006 il servizio è attivo in 173 Asl su 180; negli anni precedenti si è verificata invece una fluttuazione: nel 2004 erano 181 le Asl ad avere un servizio attivo su 195 e nel 2005 erano 184 su 195. Nell'ultimo anno di disponibilità dei dati la maggior parte delle regioni (17 su 21) ha il servizio attivo nella totalità delle Asl. I pazienti assistiti al proprio domicilio sono aumentati nel corso degli anni: da 396 mila nel 2005 a 414 mila nel 2006. Gli anziani ultrasessantacinquenni che usufruiscono dell'assistenza domiciliare costituiscono una quota molto rilevante del totale: a livello nazionale la percentuale ammonta a 84,8 per cento. Per quanto riguarda i Centri unificati di prenotazione sono aumentate in percentuale le Asl che hanno attivato il servizio, passando da 167 (su 195 Asl) a 157 (su 180 Asl) tra il 2005 e il 2006. In crescita anche le Asl che forniscono un servizio di trasporto per pazienti sottoposti a dialisi: erano 97 nel 2005, sono diventate 98 nel 2006. Nel 2006 le Asl che hanno il Dipartimento di salute mentale attivo sono 171, quelle che hanno attivo il Dipartimento materno - infantile sono 145 e quelle che hanno attivo il Dipartimento di prevenzione sono 169. Un'altra tipologia di servizi che svolge un ruolo importante sia nel favorire il processo di deospedalizzazione sia nel garantire una risposta adeguata alla domanda sanitaria proveniente da persone non autosufficienti o con gravi problemi di salute è rappresentata dalle strutture per l'assistenza semiresidenziale e residenziale. Nel periodo 2005-2006 si assiste a un potenziamento di questi servizi: i posti letto nelle strutture per l'assistenza residenziale sono passati da circa 170 mila nel 2005 a circa 181 mila nel 2006, con un incremento pari al 6 per cento in un solo anno; negli stessi anni i posti per l'assistenza semiresidenziale sono passati da 36 mila a 38 mila, corrispondente anche in questo caso a una variazione del 6 per cento. Servizio Ospedaliero Il servizio ospedaliero è stato il settore sanitario che negli ultimi anni ha mostrato i cambiamenti più significativi, nel tentativo di razionalizzare l'utilizzo delle risorse. Tali cambiamenti hanno riguardato soprattutto la riduzione del numero di strutture e di posti letto ed il trasferimento di una parte dell'attività dal regime di ricovero ordinario al day hospital e agli altri servizi sanitari territoriali. I dati relativi al 2004 riguardano, infatti, 1.296 istituti di cura che nel 2000 ammontavano a 1.425 (-129). Il numero dei posti letto (232.160 nel 2004) si sono ridotti, rispetto al 2000, da 4,6 per mille abitanti a 4,0; l'offerta più bassa di posti letto si registra in Campania (3,1) la più alta in E. e Romagna (4,4). Alla contrazione dell'offerta di posti letto ordinari corrisponde un ulteriore riduzione anche delle degenze che passano da 9,4 milioni nel 2000 a 8,3 nel 2004 corrispondente a un tasso di ospedalizzazione di 163,5 ricoveri ogni mille abitanti nel 2000 e 142,3 nel 2004. Analogo andamento si osserva per le giornate di degenza che da oltre 72 milioni nel 2000 diminuiscono a circa 64 milioni nel 2004. Il rapporto tra giornate di degenza e degenze rimane pressoché invariato e pari a 7,7 giorni. Il day hospital risulta essere una forma di assistenza importante e crescente; ciò è testimoniato dal numero sempre più consistente di trattamenti effettuati (circa 4 milioni) e da una dotazione crescente di posti letto passati da 27.507 nel 2000 a quasi 32.000 nel 2004 (14% circa del totale dei posti letto ordinari). E' importante osservare come sia per il regime ordinario di ricovero che per quello in day hospital i livelli di ospedalizzazione risultino più elevati per le donne: nel 2005 il tasso in regime ordinario era pari a 1428,0 per 10 mila donne contro 1350,1 per gli uomini; nel caso del day hospital i tassi ammontano a 701,9 per le donne e a 626,3 per gli uomini. Seguono dati interessanti relativi alle IVG (interruzione volontaria di gravidanza), alla notifica delle malattie infettive, alla mortalità (per causa), al rapporto tra stato di salute, malattie croniche e uso di farmaci, stili alimentari e infine sul tabagismo. Centro Studi FNOMCeO