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COMUNICATO STAMPA Truffa alla sanità: medici di famiglia vittime inconsapevoli dell’inefficienza del sistema. Non è la prima volta che si imputano responsabilità ai medici di famiglia per la presenza negli elenchi dei propri iscritti di persone decedute. Una situazione che in molte parti d’Italia ha creato conflittualità e polemiche apparse sui giornali. In realtà la gestione dell’anagrafe sanitaria compete esclusivamente ai distretti socio sanitari. I medici di famiglia non hanno alcuna possibilità di inserire o cancellare dai propri elenchi i cittadini. In caso di decesso al medico di famiglia viene richiesto la compilazione del certificato di morte, li dove è avvenuto a domicilio, che viene trasmesso al Comune di residenza. L’ufficiale dell’anagrafe dovrà poi a sua volta trasmettere l’informazione al distretto socio sanitario che, a sua volta, lo cancellerà dagli elenchi del medico che lo aveva in carico. Quindi i compiti e i passaggi previsti dalle norme e dai contratti sono chiari e precisi. Al medico compete la certificazione di morte e a chi gestisce le anagrafi del Comune e della ASL la cancellazione dagli elenchi. Appare chiaro, dunque, che non potendo intervenire direttamente sull’anagrafe al medico non può essere imputata alcuna responsabilità visto che il suo compito era quello di redigere il certificato di morte. Salvo altri meccanismi di truffa la denuncia da parte dell’Autorità inquirente dei medici di famiglia appare quanto mai singolare atteso che non è possibile imputare responsabilità a chi materialmente non può intervenire sulle anagrafi. “Se le notizie di stampa fossero confermate ci troveremmo di fronte, ancora una volta, a dover spiegare all’opinione pubblica meccanismi di gestione della Sanità che mostrano, in maniera inequivocabile, l’assoluta estraneità dei medici di famiglia da questo tipo di ipotesi di reato”, ha commentato il dott. Filippo Anelli Segretario regionale della FIMMG Puglia. “Chiederemo agli organi inquirenti di essere ascoltati come tecnici del settore al fine di chiarire con precisione l’intera procedura. Nel frattempo poiché è in corso a livello nazionale il rinnovo del contratto di lavoro, è auspicabile che si prendano in considerazione proposte che tentino di correggere queste distorsioni evitando così che le falle del sistema gettino ingiustamente discredito ad una categoria che non ha alcuna responsabilità”. Bari, 20 ottobre