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(Adnkronos Salute) - Rischia fino a tre anni di carcere per abuso di ufficio, lo specialista di una Asl che dirotta i pazienti presso un ambulatorio privato perchè la struttura sanitaria per cui lavora non ha le apparecchiature necessarie per gli accertamenti. Avrebbe dovuto mandarli in altre strutture pubbliche della città. E' quanto ha stabilito la sesta sezione penale della Corte di Cassazione con la sentenza 27936 del 2008. Nello specifico del caso, per i giudici della Corte, l'interesse privato del medico è entrato in stridente conflitto con quello pubblico, "atteso che quand'anche le attrezzature dell'ospedale non avessero consentito l'esecuzione dell'esame diagnostico, nulla autorizzava il camice bianco ad indirizzare i pazienti al suo studio privato".