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IL SEGRETARIO NAZIONALE SCRIVE A TUTTI GLI ISCRITTI

Roma 11 dicembre 2007 A tutti gli iscritti Fimmg Prot. GM/976/2007 Carissimi, stanno per arrivare le festività natalizie e con esse la fine di un anno di lavoro molto intenso. Ritengo opportuno trasmettervi insieme agli auguri di buon Natale e di felice anno nuovo, alcune considerazioni utili a rendervi più chiaro ciò che abbiamo fatto e quel che ci prepariamo a fare. Per tutto l’anno abbiamo potuto muoverci in un contesto molto difficile, nel pieno di una crisi istituzionale, che ha messo in luce aspetti critici ed ancora non risolti del rapporto fra Governo nazionale e Regioni. Il Titolo V della Costituzione, non definendo con sufficiente chiarezza le attribuzioni di Stato e Regioni, soprattutto per quanto riguarda la sanità è di fatto inapplicabile. Siamo stati perciò costretti a muoverci, come era prevedibile, nel mezzo al continuo conflitto fra i due livelli di competenza in sanità che, se in più occasioni hanno determinato disuguaglianze di diritti e prestazioni fra i cittadini italiani, molto spesso hanno costretto i medici di medicina generale a confrontarsi con condizioni operative estremamente differenziate. In altre parole, in assenza di un forte ed un unico interlocutore politico, abbiamo dovuto sostenere le nostre ragioni e presentare le nostre proposte contemporaneamente a soggetti in continuo conflitto tra loro e tutti prioritariamente concentrati su problemi di potere e di pareggio di bilancio economico. Per questo motivo abbiamo accuratamente evitato, come Fimmg nazionale, di farci coinvolgere in conflitti regionali, lasciando questo gravoso onere ai Segretari regionali. Se così non avessimo fatto avremmo oggi 21 fronti aperti e non saremmo riusciti ad ottenere la decisione unanime delle regioni di cui vi parlerò più avanti. Nonostante queste difficoltà siamo riusciti a dar vita a un lungo percorso iniziato con la formulazione della proposta della Ri-fondazione della medicina generale, che dopo sei mesi di discussione nelle assemblee provinciali è stata approvata all’unanimità dal sindacato. Partendo da questa proposta abbiamo portato avanti una sistematica interlocuzione con tutti i soggetti della sanità, cominciando dal Ministero e dalle Regioni ed estendendola agli altri sindacati dei convenzionati e dei dipendenti, alle associazioni dei cittadini, ai sindacati dei pensionati, ecc. La sintesi della nostra proposizione è avvenuta nell’ultimo Congresso nazionale: lì abbiamo parlato della medicina generale degli anni a venire, del grande bisogno di recuperare la serenità perduta nell’esercizio della professione, della necessità di essere aiutati da personale di segreteria e infermieristico, della volontà di recuperare il pieno controllo nella prescrizione del farmaco liberandola da interferenze amministrative e di altri professionisti, del diritto di tutti noi, anziani e giovani, ad una tutela previdenziale robusta e certa, e tante altre cose ancora. Tutti argomenti di fondamentale importanza che hanno messo in luce la vera criticità, il vero problema che ha impedito negli ultimi 20 anni alla medicina generale di esprimere completamente le sue potenzialità assistenziali: la struttura del finanziamento e del compenso e l’iniquità del carico fiscale. Un compenso sostanzialmente fissato a priori, dal quale dedurre tutte le spese per l’acquisizione dei fattori di produzione (auto, studio, personale, servizi e attrezzature) con un utile residuo sempre più basso, ma tassato come se fossimo liberi professionisti puri. Un compenso che, per il nostro allineamento al comparto del pubblico impiego sancito dalla legge, viene adeguato con le stesse percentuali del lavoro dipendente (più o meno l’inflazione programmata), pur essendo noi costretti a sostenere spese che crescono ad un ritmo molto superiore a quello dell’inflazione reale certificata dall’Istat. In pratica una struttura della retribuzione che disincentiva gli investimenti, perché più spendiamo meno guadagnamo e, paradossalmente, maggiore diventa per il fisco la nostra presunzione di reddito. Eccovi, in estrema sintesi, il perché della necessità di cambiare “le regole fondamentali del gioco”. Fino a quando non avremo nuove regole nessun rinnovo dell’Accordo collettivo nazionale, per quanto ricco, potrebbe offrirci un futuro migliore e stabile. Abbiamo chiesto il nostro disallineamento dal comparto del pubblico impiego, ma in attesa di poterlo ottenere, dobbiamo mirare ad una ristrutturazione del compenso tale che garantisca a ciascun professionista un onorario dignitoso proporzionale all’impegno professionale e indipendente dall’esercizio in aree metropolitane o in sperduti paesi di montagna, l’adeguato riconoscimento dell’aumento delle spese che dobbiamo sostenere e un regime fiscale che tenga conto della nostra specificità e non sia peggiore di quello che tutti gli altri lavoratori e professionisti devono sopportare. Tutto questo lavoro ha ottenuto risultati importanti, primo fra tutti il Disegno di Legge di Ammodernamento del SSN. In esso, all’art. 6, sono riportati i principi fondamentali della nostra proposta. Il DDL è stato approvato dal Governo come Collegato alla Finanziaria e ciò presuppone un contenuto economico (che ancora non ci è dato conoscere ma la cui presenza è importante indipendentemente dalla quantità) ed una corsia preferenziale nell’ambito del percorso di approvazione delle Camere. Gli eventi politici più recenti ci inducono a pensare che tale disegno diventi Legge entro pochi mesi ed abbia conseguentemente inizio l’iter (da concludere entro tre mesi) del Decreto Delegato di ristrutturazione delle cure primarie. Il 2008 potrebbe essere un anno storico per la nostra categoria. Di tutto ciò dobbiamo essere grati alla determinazione personale del Ministro Livia Turco che ha mantenuto quanto promesso fin dal suo insediamento e lo ha sostenuto con un atto di fiducia nella nostra categoria. Anche sul fronte del rinnovo Convenzionale abbiamo elementi di ottimismo, confermati dall’approvazione all’unanimità del documento politico (vedi allegato) degli assessori regionali alla sanità. Anche su questo fronte il Ministro e il Coordinatore degli Assessori Enrico Rossi hanno mantenuto la parola data al Congresso nazionale della Fimmg a Villasimius. A questo proposito è necessaria una spiegazione articolata. Noi e tutti i sindacati dei convenzionati avevamo definito l’atto di indirizzo approvato dal Comitato di Settore inaccettabile soprattutto per il contenuto economico. Ciò, pur nella consapevolezza che l’atto di indirizzo è comunque soggetto alla contrattazione che può arrivare anche a modifiche sostanziali. L’ACN prevede a tutt’oggi una durata quadriennale per la parte normativa e biennale per quella economica. Non c’è possibilità legittima, a detta degli esperti, di realizzare lo stralcio in quanto tale. La legge impone che il rinnovo sia quadriennale, quindi con la definizione della normativa e del correlato contenuto economico. Il biennio 2009-2010 può prevedere un adeguamento economico in costanza di normativa. La situazione sembrava quindi essersi incastrata, con un atto di indirizzo equivoco nei contenuti e deludente, se non inaccettabile sul piano economico. L’approvazione dell’atto di indirizzo da parte del Governo avrebbe aperto le trattative, ma anche una stagione di conflittualità di lunga durata. Determinante è stato in questo passaggio l’atteggiamento unitario di tutti i sindacati dei convenzionati, che con determinazione, nell’incontro del 6 dicembre con il Comitato di Settore hanno chiesto un documento politico degli assessori (tutti gli Assessori e di tutte le regioni) che li impegnasse a scegliere una delle seguenti opzioni: Aprire le trattative per il rinnovo quadriennale della normativa e chiuderle subito riconoscendoci immediatamente il 4,85%; prevedere nell’accordo stesso la costituzione di un tavolo tecnico che avrebbe potuto definire la nuova normativa da introdurre con un accordo integrativo nazionale entro il 2009. Impegnarsi a chiudere le trattative entro giugno 2008 garantendo da subito il 4,85% con competenza e valuta 2006-2007, anche se saranno erogate solo a fine trattativa. Gli assessori hanno scelto la seconda opzione, che ritengo la migliore fra le due. La prima avrebbe infatti rischiato di congelarci per altri 2 anni (fino alla fine del 2009) nella situazione attuale, senza offrirci opportunità per recuperare nuove risorse che è prevedibile potranno essere disponibili nel corso del 2008. Il significato del documento approvato dagli assessori all’unanimità ha un grande significato se confrontato con il contenuto formale dell’atto di indirizzo; le regioni tutte hanno finalmente compreso che bisogna mettere mano alla medicina generale per cambiarla. Se tutti gli assessori si sono impegnati, dobbiamo però riconoscere un ruolo trainante ad alcuni di loro, a Beltrame del Friuli, a Bissoni dell’Emilia, a Martini del Veneto sicuramente i più attivi oltre a Enrico Rossi e al Ministro. Questo risultato, considerando il punto di partenza non è poca cosa. Non sono certo questi i tempi per cantar vittoria, ma la percezione di tutti noi è che stiamo andando nella direzione giusta. Abbiamo abbondantemente seminato e curato il terreno negli ultimi 12 mesi, dobbiamo continuare a farlo senza sosta nei prossimi. L’Esecutivo tutto è quotidianamente impegnato nel seguire e promuovere gli eventi, in stretto collegamento con le altre organizzazioni sindacali, ho voluto scriverVi questa lettera per doverosa informazione, ma anche per sollecitarvi a seguire con la massima attenzione le attività del Sindacato: il momento è importante ed è fondamentale il Vostro sostegno. Vi auguro di cuore di godervi le prossime festività natalizie e soprattutto Vi chiedo di brindare al prossimo anno con l’entusiasmo e l’ottimismo di una categoria che sta lottando per un futuro migliore. A presto Giacomo Milillo


Data News

11-12-2007


Pubblicato Da

BERNARDINO BERNARDINI

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