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Cari colleghi,
è il momento più difficile della storia del nostro sindacato.
Le scelte fatte dal Nazionale e dal Regionale hanno creato incomprensioni e malesseri negli iscritti.
La nostra sezione Provinciale, anche se con inevitabili critiche e non pochi mal di pancia, ha condiviso la strategia portata avanti dai nostri Dirigenti.
Il tema dei tamponi antigenici ha scavato un vallo profondo tra gli iscritti dividendo i favorevoli dai contrari e creando un’ampia schiera di dubbiosi e di perplessi.
Sono venute fuori critiche legittime e falsità dettate da un malcelato desiderio di un non voler fare niente di più di quello che stiamo già abbondantemente facendo.
La FIMMG nel periodo più difficile dal dopoguerra in Italia ha deciso di combattere e non disertare.
E lo ha fatto chiedendo garanzie e sicurezza alla ASL, alla Regione e al Governo. Il nostro esercito di MMG vuole combattere la pandemia e lo vuole fare nella convinzione che una pandemia inaspettata e violenta come questa necessitava di uno sforzo in più.
La vicenda tamponi è diventata lo sforzo in più richiesto alla categoria. Sforzo in più che purtroppo non è stato completamente capito e che purtroppo non è stato possibile far capire ad una base difficile da raggiungere nel periodo che stiamo vivendo.
Gli iscritti però hanno visto nel periodo del lockdown un sindacato che si è dato da fare per fornire qualche minimo DPI e ha sbloccato risorse per la professione che hanno portato incrementi stipendiali, certo non enormi, mentre c’era gente che perdeva il lavoro.
In quel periodo tutte le sezioni provinciali hanno avuto un incremento di iscritti che adesso girano le spalle a chi li ha sempre difesi nell’autonomia e nella libertà professionale considerando questi i valori più importanti per un medico con un rapporto di convenzione.
Con l’Accordo regionale che prevede l’esecuzione dei tamponi antigenici da parte dei MMG non si è capito che non farli avrebbe significato perdere spazi e funzioni a favore di altre professionalità sanitarie (ospedalieri,farmacisti, infermieri) perdendo una parte del ruolo di medico del territorio e medico di famiglia.
Come se non bastasse il ricorso al TAR voluto da alcune organizzazioni sindacali ha stabilito il campo entro il quale il MMG può e deve muoversi nell’ambito della domiciliarità sottraendogli ancora autonomia e libertà in una discutibile interpretazione di difesa e tutela del singolo professionista.
Nessuno dei MMG pensa che il suo obiettivo sia quello di immolarsi tra i malati COVID positivi ma non può essere che un Tribunale restringa l’autonomia del nostro rapporto convenzionale.
La FIMMG si è opposta ai Giudici perché intravvede in questo una deriva verso la riduzione della nostra libertà professionale e uno spostamento sempre più evidente verso un rapporto di dipendenza.
La partita che stiamo giocando è tutta qui.
Chi vuole capire, capirà.
Buona Domenica a tutti
Michele Fiore