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Cari Colleghi,
vi scrivo una lettera aperta per ribadire e rinforzare l’importanza di essere sindacato e ancora di più quella di essere FIMMG.
La scorsa settimana ben 59 MMG su 79 del Distretto A e 41 su 85 del Distretto C sono stati chiamati dai rispettivi Direttori (pardon Direttrici) a rispondere delle loro presunte iperprescrizioni di PPI.
Quelli del Distretto A avrebbero dovuto presentarsi il 22 maggio alle 15:00 alla sede della ASL di Viterbo tutti insieme appassionatamente, quelli del Distretto C avrebbero dovuto presentarsi sempre il 22 maggio, sempre a Viterbo ma alle 10:30.
Ovviamente questa cosa non poteva lasciare tranquillo il Sindacato FIMMG che si è immediatamente adoperato affinchè non si realizzasse un’ipotesi di questo tipo per varie ragioni:
Nonostante molti MMG fossero intenzionati a disertare l’incontro da parte mia ho vivamente contestato i modi e i tempi della convocazione parlandone apertamente ai vertici Aziendali (Direttore Generale, Direttore Sanitario e Direttore UOC Cure Primarie) che hanno dimostrato comprensione e condivisione delle mie ragioni al punto che le riunioni sono state annullate.
Per lasciare nero su bianco di quello che vi sto scrivendo vi allego la PEC che domenica 19 maggio ho inviato alla ASL.
Detto questo passo alla seconda e più importante parte di questa lettera aperta ovvero il significato di essere uniti come Sindacato.
Per essere autorevole, ascoltato, preso in considerazione, coinvolto nei meccanismi aziendali devo essere rappresentativo ed avere con me un esercito di MMG.
A Viterbo fortunatamente i MMG iscritti FIMMG sono il 75% del totale ma il futuro tra pensionamenti e nuovi entrati che non sentono la necessità di sindacalizzarsi non è roseo.
Alcuni si potranno chiedere perché essere iscritti alla FIMMG.
Vi do una risposta forse insoddisfacente ma reale: per evitare danni peggiori di quelli che già stiamo vivendo come categoria.
E’ inutile dirvi che la FIMMG farà progetti faraonici e che guadagneremo il doppio: non è questo il periodo, non è questa la Regione adatta in quanto sofferente per un piano di rientro che di fatto non rientra.
Posso solo garantirvi che il mio impegno è e sarà quello di garantirvi in tutto a partire dalla dignità e dal rispetto cosa che, vi assicuro, è già tanto ed è anche difficile.
Per questo ogni volta che qualcuno, per fortuna pochi, lascia il sindacato non perché va in pensione ma perché crede che non gli serve per me è un dispiacere personale.
Per ultimo non vi nascondo che a chi crede di bastare a sé stesso vorrei che…… i benefici (pochi) che ottiene il sindacato e i disastri (molti) che il sindacato evita non li riguardasse.
Grazie a quelli che mi aiutano.
Michele Fiore