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Al Ministro dell’Ambiente
al Ministro della Salute
e per opportuna conoscenza:
al Commissario all'Ambiente dell'Unione Europea
al Ministro della Difesa
al Prefetto di Viterbo
al Presidente del Tribunale di Viterbo
al Presidente della Giunta Regionale del Lazio
al Presidente della Provincia di Viterbo
al Sindaco di Caprarola
al Sindaco di Ronciglione
al Direttore generale dell’Istituto superiore di sanità
al Presidente dell’Istituto superiore di sanità
al Rettore dell’Università della Tuscia
al Presidente dell’Ordine dei Medici - Chirurghi ed Odontoiatri di Viterbo
al Direttore generale della Asl di Viterbo
al Direttore sanitario della Asl di Viterbo
al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo
al Servizio veterinario della Asl di Viterbo
al Garante del Servizio idrico integrato della Regione Lazio
al Direttore dell’Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo
al Direttore Regionale Energia e Rifiuti
all’Arpa Lazio - sezione di Viterbo
all’Arpa Lazio - sezione di Latina
al Direttore dell’Agenzia regionale dei Parchi del Lazio
al Direttore della Riserva naturale regionale del lago di Vico
al Direttore del Centro Tecnico Logistico Interforze Nbc
all’Assessore all’Ambiente della Regione Lazio
ai Consiglieri della Regione Lazio
al Presidente della Commissione Ambiente del Senato
al Presidente della Commissione Igiene e sanità del Senato
al Presidente della Commissione Difesa del Senato
al Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati
al Presidente della Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati
al Presidente della Commissione della Difesa della Camera dei Deputati
al Presidente della Talete s.p.a.
ai responsabili dell’Ato 1 - Lazio
al segretario della Federazione italiana medici di medicina generale - Fimmg di Viterbo
Oggetto: segnalazione del persistere e dell’aggravarsi del processo di eutrofizzazione e netta riduzione della qualità delle acque del lago di Vico e il possibile e connesso rischio sanitario per le popolazioni dei comuni di Caprarola e Ronciglione che da questo lago captano acque ad uso umano.
Egregi ministri,
egregi signori,
il persistere e l’aggravarsi del processo di eutrofizzazione e netta riduzione della qualità delle acque del lago di Vico e il possibile e connesso rischio sanitario per le popolazioni dei comuni di Caprarola e Ronciglione che da questo lago captano la maggior parte delle acque erogate ad uso umano, richiede interventi quanto mai urgenti, decisivi e non più rimandabili come più volte richiesto dall’Associazione italiana medici per l’ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment ) - in allegato le precedenti segnalazioni del 30 marzo 2010, del primo agosto 2012 e del 28 marzo 2014- .
Il primo tra questi interventi deve prevedere la cessazione della captazione di acqua dal lago di Vico e il contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico per le ragioni di seguito esposte.
La situazione del lago di Vico
La compromissione della qualità delle acque del lago di Vico è nota ed oggetto di studi, ricerche e progetti da parte di Enti e Università (Istituto superiore di Sanità, Consiglio nazionale delle Ricerche - CNR, Università della Tuscia, Università di Roma La Sapienza e Università degli Studi Roma Tre) (https://iris.uniroma3.it/handle/11590/164850#.VjjZTdIvet8).
Essa si caratterizza per la marcata riduzione del quantitativo di ossigeno, aumento della clorofilla e della biomassa algale ed è da attribuirsi alle massive fioriture del Cianobatterio Plankthotrix rubescens, detto comunemente alga rossa e delle altre specie cianobatteriche in particolare: Limnothrix redekei e Aphanizomenon ovalisporum, presenze ormai stabili e consistenti dell’ecosistema lacustre vicano.
Le cause che verosimilmente sono state e continuano ad essere all’origine del degrado di questo importante ecosistema e bacino idrico, sono state più volte indicate e possono così essere riassunte:
intense fioriture del cianobatterio Plankthotrix rubescens e delle altre specie di cianobatteri, fioriture favorite verosimilmente dall’uso ultradecennale di fertilizzanti e fitofarmaci nelle vaste aree coltivate a noccioleti in prossimità del lago;
possibile permanenza di scarichi fognari abusivi o non a norma sulle sponde e in prossimità del lago;
possibile azione residua di inquinamento dovuta agli agenti contaminanti individuati nel sottosuolo del dismesso Magazzino Materiali di Difesa Nbc di Ronciglione, ubicato anch’esso in prossimità
delle sponde del lago;
possibili attività illecite condotte all’interno e in prossimità della Riserva naturale.
Nelle acque del lago di Vico sono anche persistenti ed elevati i valori di arsenico (secondo il parametro previsto dal Decreto Legislativo 31/2001 per le acque ad uso potabile ovvero 10 microgrammi/litro), elemento questo tossico e cancerogeno certo secondo la classificazione dell’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro - Iarc.
Si deve anche rammentare che in una riunione del tavolo tecnico istituito proprio sulle problematiche ambientali del lago di Vico, svoltasi presso la Provincia di Viterbo il 2 marzo 2010, riunione convocata dall’Assessorato all’Ambiente della Provincia di Viterbo sul tema specifico “Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico”, venivano presentati dati che evidenziavano nelle acque del lago anche la presenza di altre sostanze tossiche e cancerogene, che di norma dovrebbero essere estranee alle acque del lago (mercurio, idrocarburi policiclici aromatici - IPA) e sulla cui presenza e provenienza l’Isde ha più volte chiesto l’avvio di specifiche indagini.
Sempre in quella stessa riunione venivano confermati i livelli di concentrazioni rilevate nei sedimenti del lago per gli elementi : Arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, Cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) - e Nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS).
Questi elementi tossici sono tuttora presenti nei sedimenti del lago e per la loro concentrazione così elevata nei sedimenti lacustri si configurano come un ulteriore motivo di preoccupazione ambientale e sanitaria per il rischio derivante dalla loro possibile mobilizzazione e quindi rilascio nelle acque del lago e sono perciò una ulteriore e valida ragione perché si abbandoni al più presto la captazione di acque ad uso umano da questo lago.
I Cianobatteri e le cianotossine
Le fioriture dei Cianobatteri in corpi idrici adibiti a riserva di acqua ad uso potabile sono riconosciute dalla comunità scientifica internazionale come un rilevante problema sanitario di sempre maggiore importanza e diffusione anche a causa della aumentata disponibilità di ossidi di azoto in atmosfera generati dalle attività antropiche responsabili del surriscaldamento climatico e dei processi di eutrofizzazione delle acque superficiali (http://www.arpat.toscana.it/notizie/notizie-brevi/2015/cianobatteri-lacustri-al-centro-di-uno-studio-internazionale, Ecolgy letter Volume 18, Issue 4, pages 375–384, April 2015).
I cianobatteri sono microrganismi capaci di produrre una serie di cianotossine patogene, al momento ne sono state descritte solo una parte, oltre 90 varianti tra cui la microcistina LR classificata come cancerogena di classe 2 b secondo l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro - I.a.r.c. e tossica per gli esseri umani, per la flora e la fauna con cui viene in contatto.
Questa cianotossina non è termolabile e quindi non è eliminabile attraverso i processi di bollitura dell’acqua e cottura degli alimenti.
Come riportato da una sempre più corposa letteratura scientifica le cianotossine determinano danni istologici a carico del fegato organo bersaglio principale, dei polmoni e dei reni e fungono anche da promotori tumorali, ed è stata segnalata anche la loro azione come fattori di interferenza endocrina (endocrine disruptor) e genotossica ( http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21277993) ( Zegura B. Straser A. Filipič. M. Genotoxicity and potential carcinogenicity of cyanobacterial toxins - a review. Mutat Res. 2011 Jan-Apr;727(1-2):16-41)
Recentemente è stata anche evidenziata una correlazione tra esposizione ad alcuni tipi specifici di microcistine e malattie neurodegenerative in particolare con la malattia di Alzheimer, la Sclerosi Laterale Amiotrofica-SLA ( http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/?term=cyanobacterialneurodegenerative+disease) .
Come si evince dalla letteratura internazionale, le conoscenze scientifiche relativamente alle dinamiche di crescita e sviluppo dei cianobatteri, alle loro azioni patogene e a quelle, anche sinergiche e di potenziamento reciproco, espletate dai diversi tipi di microcistine da essi prodotte, sono ancora relativamente limitate e in costante aggiornamento, pertanto un atteggiamento fortemente cautelativo e l’applicazione del Principio di Precauzione devono essere raccomandati in situazioni di contaminazione idrica ed esposizione cronica.
Le cianotossine possono inoltre percolare e contaminare acque di falda e pozzi posti in prossimità di bacini idrici interessati dalle fioriture di cianobatteri e colonizzare anche le reti degli impianti acquedottistici.
Il Principio di precauzione
In considerazione dell’esposizione cronica a più fattori tossici e cancerogeni presenti nelle acque captate dal lago di Vico ed erogate ad uso umano - come da documentazione attuale e precedente - è necessario predisporre interventi ed azioni orientati al pieno rispetto del Principio di precauzione che è il principio generale del diritto comunitario e fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali interessi sugli interessi economici.
Tra questi interventi riteniamo fondamentale l’abbandono della captazione di acqua dal lago di Vico e il contestuale reperimento di fonti alternative di approvvigionamento idrico.
Il rischio sanitario
Gli acquedotti dei Comuni di Caprarola e Ronciglione sono riforniti in misura preponderante da acque captate dal lago di Vico e da anni si susseguono ordinanze di non potabilità che attestano il potenziale rischio per la salute dei cittadini che possono essere esposti, e ormai da lungo periodo, a microrganismi potenzialmente tossici e a diverse sostanze tossiche e cancerogene presenti nelle acque captate dal bacino lacustre attraverso principalmente il loro uso per bevande, preparazioni alimentari, per fini igienico-sanitari e attraverso il consumo di fauna ittica proveniente dal lago e prodotti vegetali irrigati sempre con acque lacustri ( file:///C:/Documents%20and%20Settings/User/Documenti/Downloads/IJEP10119-20120510-172627-9778-2084.pdf).
Il rischio sanitario per i residenti di Caprarola e Ronciglione è purtroppo già molto rilevante in considerazione anche della cronica esposizione all’arsenico ed è attestato ufficialmente dagli studi del Dipartimento di epidemiologia della Regione Lazio: “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio” nel 2012 (www.deplazio.net/it/arsenico-nelle-acque) e dal successivo studio conclusosi nel 2014
“ Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili : studio di coorte nella popolazione residente nella provincia di Viterbo, 1990-2010
( www.deplazio.net/it/attivita/79).
I due studi hanno dimostrato e di nuovo confermato un gradiente di rischio per cause di morte e malattie al crescere del livello di esposizione all’arsenico nelle acque; in particolare lo studio di coorte ha evidenziato e riconfermato un eccesso di mortalità per il tumore del polmone, le malattie del sistema circolatorio, le malattie respiratorie e il diabete.
Il progetto SEpiAs (Studi su marcatori di esposizione ed effetto precoce in aree con inquinamento da arsenico) (http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2014-38-3-4-suppl-SEPIAS) ha individuato come campione anche un gruppo di persone residenti nel comune di Ronciglione e questo anche a causa degli eccessi di mortalità già rilevati e valutati come rischi relativi (RR) per malattie del sistema cardiocircolatorio, malattie ischemiche del cuore, malattie respiratorie, BPCO (broncopneumopatia cronico-ostruttiva), diabete mellito, tumori maligni del polmone, tumori maligni della vescica (capitolo 2, pag. 41).
Inoltre c’è da segnalare che vaste aree dei Comuni di Caprarola e Ronciglione, in particolare quelle intorno e in prossimità del lago di Vico, sono dedicate da decenni ad agricoltura intensiva con utilizzo di fertilizzanti, diserbanti e pesticidi che, attraverso la loro dispersione nell’aria, nell’acqua, nel suolo e la conseguente contaminazione della catena alimentare, costituiscono un ulteriore fattore di rischio per la salute sia degli agricoltori che dei residenti per i ben noti e documentati effetti cancerogeni e di interferenza endocrina e per il ruolo causale sempre più rilevante che questi prodotti chimici stanno assumendo in patologie quali le neoplasie, il morbo di Parkinson, le malattie dello spettro autistico, le malattie metaboliche, riproduttive e le malattie autoimmuni (http://www.isde.it/wp-content/uploads/2015/03/2015-03-Position-Paper-PESTICIDI-finale.pdf).
Un ulteriore fattore che potrebbe concorrere ad aumentare il rischio sanitario per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione è quello legato alla possibile radioattività delle acque erogate, essendo l’area geologica dei due comuni interessata dalla presenza del radon- elemento cancerogeno certo la cui esposizione cronica correla con il cancro del polmone - ma al momento non sembrano disponibili presso gli enti di competenza misure relative a questa parametro pur essendo previste e obbligatorie secondo la Direttiva 2013/ 51 Euratom che stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano
( http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:32013L0051&qid=1423740617197&from=IT).
La documentazione più recente
Anche la più recente documentazione acquisita dall’Isde ovvero le analisi su campioni di acqua eseguite a cura dell’Istituto superiore di Sanità-Iss, dalle sezioni dell’Arpa-Lazio di Viterbo e Latina e dal Dibaf-Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali-, dal mese di settembre 2013 al mese di settembre 2015, continuano a mostrare una situazione di grave compromissione dello stato ecologico del lago di Vico e il persistere di una inadeguata e incostante potabilizzazione delle acque erogate ad uso umano.
Nelle refertazioni degli esami effettuati dall’Istituto superiore di sanità- Iss, a nostra disposizione, sia per le acque erogate nel comune di Ronciglione (settembre 2013-Agosto 2014) che per quelle erogate nel comune di Caprarola (gennaio 2014 - giugno 2015) si può leggere: “… si rende necessario potenziare i sistemi di trattamento per la rimozione delle alghe e delle tossine nell’intera filiera di trattamento e distribuzione delle acque, con monitoraggi adeguati, anche a garanzia dell’efficacia dei trattamenti, in particolar modo nel caso di utilizzo di acque superficiali captate in corrispondenza di massive proliferazioni algali…”.
Fitoplancton e Cianobatteri potenzialmente tossici, in particolare Planktothrix rubescens, Limnothrix redekei e Aphanizomenon ovalisporum risultano presenti in diverse combinazioni e in percentuali variabili da migliaia a decine di milioni di cellule per litro in tutto il periodo di osservazione a nostra disposizione (settembre 2013 - settembre 2015) sia nelle acque captate in ingresso degli impianti di potabilizzazione, sia in uscita e nelle stesse reti di distribuzione comunali con presenza incostante ma frequente anche di valori oltre i parametri di legge per quanto riguarda arsenico, fluoro e in alcuni punti della rete acquedottistica di Ronciglione anche presenza di uranio (Iss n. protocollo 0045811 del 29 novembre 2013 - campioni n.6,7,8-, Iss n. protocollo 0046730 del 6 dicembre 2013- campioni 1,2,3,4,5-,Iss n. protocollo 0001962 del 20 gennaio 2014- campioni n.6,7,8- , Iss n. protocollo 0013855 del 18 aprile 2014).
In alcuni campioni di acque prelevate da distributori indicati come “ Case dell’acqua” e posizionati
in via Aldo Moro, via Sandro Pertini e nel parcheggio Mancini (Iss n. protocollo 0013855 18 aprile 2014 campioni 9 e 11, e n. protocollo 0017061 del 21 maggio 2014- campioni n.9 e campione n. 10) nel comune di Ronciglione la presenza del cianobatterio Plankthotrix rubescen risulta nell’ordine di migliaia e decine di migliaia di cellule per litro.
La Asl di Viterbo più volte sottolinea nel giudizio di non potabilità delle acque per Ronciglione “ acqua non potabile per presenza periodica della specie algale potenzialmente tossica Plankthotrix rubescens ( oltre al parametro arsenico che in alcuni punti della rete distributrice risulta saltuariamente presente in concentrazione superiore ai limiti previsti dal D.LVO 31/2001)”
(documento n. protocollo 39269 del giorno 11 agosto 2015).