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Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde : “Potenziare prima di tutto le strutture dei Pronto Soccorso, il numero dei posti letto, gli interventi e la diagnostica di emergenza e prevenzione, e i servizi specialisti ambulatoriali territoriali” L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo, a fronte del crescente numero di malati costretti a vivere insieme alle loro famiglie condizioni di sofferenza e grande disagio a causa delle continue riduzioni di fondi, strutture, servizi e personale sanitario, chiede che prima di ogni altra riorganizzazione dell’assistenza sanitaria regionale di base si intervenga potenziando per numero ed efficienza i Pronto Soccorso, incrementando il numero dei posti letto negli ospedali pubblici e nelle strutture pubbliche di riabilitazione, ampliando gli interventi e la diagnostica diemergenza e prevenzione, e i servizi ambulatoriali territoriali in particolare quelli dedicati ai pazienti affetti da cancro. Il raggiungimento di questi obiettivi è fattibile e sostenibile economicamente dalla Regione Lazio e avrebbe come prima e buona conseguenza anche l’eliminazione delle lunghe liste di attesa per esami ed interventi chirurgici che di fatto stanno spingendo forzatamente l’utenza a scegliere le offerte e la celerità del servizio sanitario privato che si sta sempre più arricchendo a fronte dell’impoverimento della fasce più deboli della popolazione. Sempre per il raggiungimento degli obiettivi indicati si rende necessaria l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi medici ed ulteriore personale paramedico in numero tale da garantire qualità di servizi, velocità nella loro erogazione e il rispetto delle turnazioni e del diritto al riposo di questi lavoratori. La riorganizzazione dell’assistenza sanitaria regionale di base, che si vorrebbe invece realizzare nella Regione Lazio, con l’apertura degli ambulatori di medicina generale- Case della Salute- 24 ore al giorno tutti i giorni, così come previsto dal nuovo Accordo di assistenza territoriale e medicina d’iniziativa – Attuazione protocollo 23 luglio 2014 (http://www.aslrma.com/auslromaa/images/stories/trasparenza/ACCORDO_MMG_DEFINITIVO_3_OTTOBRE_2014.pdf) appare non orientata al raggiungimento degli obiettivi che abbiamo indicato come prioritari e potrebbe addirittura rivelarsi, in molti i casi, anche di intralcio ad una rapida ed efficace diagnosi e trattamento di patologie gravi e mortali, in particolare delle emergenze cardiovascolari e neurologiche che per le loro stesse caratteristiche necessitano di interventi estremamente rapidi di diagnosi, trattamento e riabilitazione e che possono trovare risposta solo in strutture di Pronto Soccorso ben organizzate per servizi, strumentazione e personale. E’ assolutamente necessario e prioritario agire in questa direzione anche alla luce di quanto riportato nel Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 (PRP) della Regione Lazio (http://www.regione.lazio.it/binary/rl_sanita/tbl_news/PRP_2010_2012_lazio.pdf) dove alla pagina 18 si può leggere: “ Si stima che ogni anno nel Lazio si verifichino circa 20.000 primi episodi di sindromi coronariche acute, 9 ogni 1.000 maschi e 4 ogni 1.000 femmine di età superiore ai 35 anni. Circa un quinto di questi eventi porta al decesso prima che sia possibile raggiungere l’ospedale e la fatalità a 30 giorni è mediamente del 15-20%, in calo laddove si riesce ad assicurare un tempestivo ricorso alle procedure di rivascolarizzazione. Il genere femminile è un fattore di rischio per la letalità. Lo scompenso cardiaco è la più importante causa di ospedalizzazione nella fascia di età oltre i 65 anni: nel Lazio si stimano in circa 63.000 i soggetti con più di 65 anni affetti da scompenso cardiaco. Ogni anno nella popolazione del Lazio sopra i 35 anni si verificano circa 10.000 eventi cerebrovascolari acuti, l’80% dei quali in persone sopra i 65 anni, si osservano più di 9.000 ricoveri ordinari per acuti, mentre i casi prevalenti oscillano tra 30.000 e 45.000. Ogni anno gli eventi cerebrovascolari acuti sono identificati come causa principale di 3.100 decessi, la grande maggioranza dei quali riguarda persone con più di 75 anni”. Anche in considerazione di quanto sopra riportato riteniamo che l’apertura degli ambulatori di medicina generale 24 ore al giorno tutti i giorni potrebbe rivelarsi un intervento molto dispendioso in termini di risorse pubbliche, inadeguato e una sorta di sovrappiù in quanto nel territorio del Lazio già esiste una continuità assistenziale realizzata grazie all’apertura prolungata degli ambulatori di medicina generale (dalle sei alle nove ore al giorno, dal lunedì al venerdì come previsto per la medicina di gruppo e le U.C.P.- unità cure primarie- ) e grazie al servizio di Guardia medica, notturno, festivo e prefestivo. Chiediamo quindi un ripensamento e una revisione e sospensione dell’Accordo e ribadiamo che ciò di cui c’è più urgente bisogno è l’accesso in tempi adeguati alle visite specialiste e agli esami diagnostici, un potenziamento delle strutture di Pronto soccorso e di emergenza per salvare le vite umane; un potenziamento e una maggiore diffusione dei servizi pubblici specialistici ambulatoriali territoriali, del numero dei posti letto negli ospedali pubblici e nelle strutture pubbliche dedicate alla riabilitazione per poter migliorare la qualità della vita di tutte le persone, in particolare dei più poveri e per dare concretezza e vera attuazione all’articolo 32 della Costituzione italiana che afferma: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo Viterbo, 12 febbraio 2015 Per comunicazioni: Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo, tel.3383810091, e-mail: isde.viterbo@gmail.com