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Associazione italiana medici per l’ambiente- Isde: “I dati dello studio ‘Sepias - Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica’ impongono anche nel viterbese misure urgenti per la protezione delle popolazioni esposte da oltre un decennio a valori fuorilegge di arsenico” Venerdì 9 maggio, presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche-CNR, a Roma è stata presentata la pubblicazione scientifica che raccoglie i risultati del Progetto ‘Sepias - Sorveglianza epidemiologica in aree interessate da inquinamento ambientale da arsenico di origine naturale o antropica’ Lo studio Sepias è stato realizzato dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio nazionale delle ricerche, finanziato dal programma CCM (Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie) del Ministero della Salute. La ricerca ha coinvolto 282 persone residenti in aree del Monte Amiata, nei comuni viterbesi di Ronciglione e Civita Castellana e nelle città di Taranto e Gela. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti ad un biomonitoraggio con la ricerca nelle urine di diverse specie organiche e inorganiche di arsenico, con la misura di parametri di rischio cardiovascolare mediante ecodoppler carotideo e cardiaco e, nel sangue, con l’analisi di numerosi biomarcatori di suscettibilità genetica, di danno del DNA , segni di effetto precoce da esposizione ad arsenico. Lo studio Sepias per l’area viterbese ha concluso:”I risultati dell’indagine indicano plausibili effetti sulla salute della popolazione residente nei comuni della provincia di Viterbo esposta a livelli di As>10 μg/L.” ed ha fornito indicazioni importanti per la definizione di sistemi di sorveglianza nelle aree studiate che includono interventi di prevenzione sulle fonti inquinanti conosciute e la valutazione della suscettibilità individuale all'arsenico (http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2014-38-3-4-suppl-SEPIAS). La dottoressa Antonella Litta, referente dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment), è intervenuta alla presentazione osservando che purtroppo il nuovo studio conferma ed amplia, con lo studio degli effetti precoci, quanto già evidenziato da studi precedenti effettuati anche nell’Alto Lazio. Infatti lo studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”,realizzato nel 2012 dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, ha concluso che : “ l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalità nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete)., e lo studio più recente“ Arsenicourinario speciato quale biomarcatore dell’esposizione alimentare all’arsenico inorganico in popolazioni residenti in aree ricche di arsenico nel Lazio”, ha riscontrato che: “…Valori eccedenti i 15 μg/L per iAs ( arsenico inorganico) e metaboliti sono stati trovati nel 41% dei campioni, evidenziando esposizioni alimentari all'arsenico inorganico superiori alla media della popolazione generale…” La dottoressa Litta, dopo aver ancora una volta denunciato un diffuso disinteresse e un’altrettanto diffusa incapacità degli Enti preposti di effettuare, soprattutto nel viterbese, interventi risolutivi a tutela della salute, e dopo aver riassunto ancora una volta quanto emerso da decenni dalla letteratura internazionale e dai citati studi, ha concluso con un appello alle istituzioni presenti:” Anche alla luce dei risultati dello studio Sepias, si impongono, con maggiore forza e determinazione, immediati atti ed interventi per la protezione delle popolazione esposte, da oltre un decennio, e spesso in forma inconsapevole a questa sostanza, tossica e cancerogena, presente nelle acque ad uso umano e negli alimenti. E’ necessario quindi che si avviino subito programmi di prevenzione relativi alle patologie correlate all’esposizione cronica all’arsenico, studi di tipo osservazionale dello stato di salute delle popolazioni e in particolare dello stato di salute dei bambini, anche per i noti effetti tossici e cancerogeni dell’arsenico sullo sviluppo neurocerebrale fetale e pediatrico. Il Decreto Legislativo 31/2001, in recepimento della Direttiva europea 98/83 fissava infatti già nel 2001 per l’arsenico il limite massimo in 10 microgrammi/litro, per le acque destinate ad uso potabile e per il loro utilizzo nelle preparazioni alimentari ed è sempre per queste stesse ragioni che l’Organizzazione mondiale della sanità( Oms) raccomanda valori di arsenico il più possibile prossimi allo zero.” Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo Viterbo, 10 maggio 2014 Per comunicazioni: isde.viterbo@gmail.com, tel.3383810091