Login

Non Sei Registrato ? Per maggiori Info contatta l'ammnistratore di sistema

or
×

Ricerca News & Comunicati

COMUNICATO ASSOCIAZIONE MEDICI PER L'AMBIENTE

ASSOCIAZIONE ITALIANA MEDICI PER L'AMBIENTE – ISDE: “ SUBITO ACQUE PULITE E DEARSENIFICATE ALLE POPOLAZIONI E PROGRAMMI DI PREVENZIONE E STUDIO DELLO STATO DI SALUTE DELLE PERSONE ESPOSTE ALL’ARSENICO” L’Associazione italiana medici per l’ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) denuncia che, ad oltre dieci anni dall’entrata in vigore del Decreto Legislativo 31/2001 che fissa il limite massimo del contenuto di arsenico, sostanza tossica e cancerogena, in 10 microgrammi/litro, per le acque destinate ad uso potabile e per il loro utilizzo nelle preparazioni alimentari, e a pochi giorni dalla scadenza del termine ultimo del 31 dicembre 2012, per rientrare obbligatoriamente nel parametro di legge, salvo qualche eccezione, poco o nulla è stato fatto nei Comuni della Provincia di Viterbo per tutelare concretamente la salute dei cittadini, in particolare quella dei bambini. Eppure i periodi di deroga, come disposto dal succitato decreto legislativo, avrebbero dovuto avere la durata più breve possibile e comunque non superiore ai tre anni durante i quali si sarebbero dovuti realizzare impianti capaci di ridurre ed eliminare l’arsenico dalle acque e così risolvere definitivamente ed efficacemente questo problema. Dalla prima deroga di anni ne sono passati invece dieci, e durante questo lungo lasso di tempo le popolazioni del Lazio interessate da questa problematica ambientale e sanitaria, sono state molto spesso e quasi del tutto lasciate all’oscuro circa i gravissimi rischi correlati all’assunzione di acqua ed alimenti contaminati da arsenico. Durante questo decennio di deroghe le popolazioni hanno continuato ad essere esposte a valori di arsenico fuorilegge, che hanno raggiunto anche i 50 microgrammi/litro, ovvero cinque volte il limite di legge previsto, per questa sostanza tossica e cancerogena come da classificazione dell’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc) e per la quale non esiste alcuna soglia accettabile di sicurezza. Nei periodi di deroga alle donne in gravidanza e ai bambini ( per i noti effetti dell’arsenico anche sullo sviluppo cerebrale) si sarebbe dovuta assicurare acqua con il minor quantitativo possibile di arsenico, al di sotto di 10 microgrammi/litro, meglio se a contenuto zero, e acqua con le stesse caratteristiche avrebbero dovuto utilizzare le industrie alimentari. Chi aveva il compito di vigilare e assicurarsi che così fosse fatto ? E mentre non si prendevano gli adeguati provvedimenti, cosa è accaduto alla salute delle persone? Ce lo racconta il recente studio “Valutazione Epidemiologica degli effetti sulla salute in relazione alla contaminazione da Arsenico nelle acque potabili nelle popolazioni residenti nei comuni del Lazio”, realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario Regionale della Regione Lazio, che ha valutato gli effetti sullo stato di salute delle popolazioni residenti nei 91 comuni del Lazio sottoposti negli ultimi 10 anni a regime di deroga per i livelli di arsenico, nelle acque destinate a consumo umano. Lo studio ha documentato una situazione molto preoccupante, e a pagina 42 si legge:”In conclusione, l’indagine evidenzia eccessi di incidenza e mortalità nei Comuni con livelli stimati per il periodo 2005-2010 per patologie associabili ad esposizione ad arsenico (tumori del polmone e della vescica, ipertensione, patologie ischemiche, patologie respiratorie, diabete). Tali risultati, che dovranno essere confermati da indagini più approfondite (studi di coorte con campagne di bio-monitoraggio), supportano la necessità di interventi immediati di sanità pubblica per ridurre i livelli di esposizione delle popolazioni residenti nelle aree con livelli di arsenico che eccedono i limiti di legge. E’ stato più volte sottolineato che l’arsenico è un elemento altamente tossico, con effetti gravi sulla salute, per il quale non esiste evidenza di livelli soglia non associabili a potenziali rischi per la salute.” Questo studio dell’aprile 2012 evidenzia in termini di rischio i danni già subiti dalle popolazioni esposte e si chiude con un grido d’allarme: la richiesta di interventi immediati per la dearsenificazione delle acque. Questo rapporto conferma ancora una volta di più la giustezza delle preoccupazioni e delle richieste d’intervento costantemente espresse ed invocate da parte dell’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde, della Federazione italiana medici di medicina generale – Fimmg sezione di Viterbo, e degli Ordini dei Medici di Latina e Viterbo. A tutt’oggi e a pochi giorni dalla fine dell’ultimo periodo di deroga, si deve invece ancora constatare e denunciare nell’Alto Lazio il gravissimo ritardo e la quasi generalizzata incapacità delle istituzioni preposte ad affrontare e risolvere questo problema, insieme al persistere di un irresponsabile atteggiamento di minimizzazione della drammaticità di questa situazione sanitaria. E’ necessario invece che si prenda atto di questa situazione sanitaria e che siano subito avviati studi di prevenzione e di tipo osservazionale dello stato di salute delle popolazioni esposte e in particolare dello stato di salute dei bambini infatti una vasta letteratura scientifica internazionale mostra il legame tra l'esposizione cronica all’arsenico e molte patologie del neurosviluppo (Ndd) - autismo, disturbo da deficit dell'attenzione (Add - attention deficit disorder), disturbo dell'attenzione da iperattivita' (Adhd - attention deficit hyperactivity disorder), disturbi dell'apprendimento, della memoria, della capacità di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell'apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie. L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde torna pertanto a chiedere il pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge e l’attuazione, come già più volte indicato, di interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile e per l’avvio di una informazione corretta e diffusa rivolta a tutti i cittadini delle aree interessate e in particolare per quelli residenti nei Comuni della provincia di Viterbo interessati da questa problematica, e nelle scuole, negli ambulatori medici, nelle strutture militari e carcerarie. E’ necessario inoltre che nella fase di realizzazione degli impianti, che appare ancora molto lontana e problematica nella maggior parte dei casi, si utilizzino forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione e in particolare per le donne in gravidanza, i neonati, i bambini, i malati e le industrie alimentari. Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo Viterbo, 28 dicembre 2012 Per comunicazioni: isde.viterbo@gmail.com, tel.3383810091


Data News

28-12-2012


Pubblicato Da

BERNARDINO BERNARDINI

News Stessa Categoria .. . [10]