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INTERVISTA DEL SEGRETARIO REGIONALE BARTOLETTI AL MESSAGGERO

Intervista a Il Messaggero di Pier Luigi Bartoletti Segretario FIMMG Lazio Nella Capitale i 2.500 medici di famiglia romani sono in rivolta, la " base " si sta ribellando. Escono prepotentemente le perplessità per la grande riforma scritta nel decreto del ministro Renato Balduzzi e per le modifiche proposte dalle Regioni «Un dato su tutti - racconta Pier Luigi Bartoletti, qui si sta confondendo l'aumento dell'offerta di medicina sul territorio con la creazione di piccole mini-Asl». E cosa non funziona in questo sistema? «Prendiamo il Lazio, impegnato nel piano di rientro. Qui non ci sono rassicurazioni sulla copertura finanziaria di questa operazione. Ci dicono che si dovrebbe andare all'assunzione in deroga di nuovi medici per la copertura delle 24 ore. Addirittura s'ipotizza di far passare i medici di famiglia da convenzionati a dipendenti». Cosa c'è di male in questo? «C'è di male che vi sono Regioni come il Lazio, o come tutte quelle che sono impegnate nel piano di rientro, che non avrebbero i soldi per farlo. E quindi si va verso una ulteriore frammentazione della qualità del servizio sanitario, con Regioni in cui l'offerta sarà più elevata perché possono permetterselo e altre come il Lazio che invece non potranno farlo. E poi ci sono altri nodi ancora da sciogliere che hanno una valenza particolare in una città come Roma: ad esempio, come si reperiscono i locali degli studi medici associati?». In teoria però più medici di famiglia che si associano e che, le guardie mediche, offrono un punto di riferimento 24 ore su 24, rappresenta una svolta importante. Soprattutto a Roma dove si convive ogni giorno con l'affollamento dei pronto soccorso causato soprattutto da codici verdi e bianchi, piccoli problemi che bisognerebbe risolvere con una visita dal medico di famiglia. «Nel 1999 in un quartiere alla periferia di Roma si fece un esperimento simile con la Asi. Alla fine dovettero lasciare perdere perché costava troppo. Insomma, quando si parla di un servizio garantito 24ore su 24, 7 giorni su 7, si deve capire che l'organizzazione è tutt'altro che semplice. Non solo: la creazione di studi medici associati rischia di fare perdere in una grande città come Roma la capillarità della presenza del medico di famiglia . Peggio ancora nell'hinteriand: i medici dei paesi piccoli dovrebbero associarsi tra loro in uno studio che ovviamente sarà in una sola cittadina, questo costringerà gli abitanti degli altri paesi a spostarsi». Ci sono a Roma esempi in positivo di studi medici associati che funzionano? «Ci sono e anche noi li stiamo promuovendo, penso al caso dello studio di medici associati di piazza Istria, che funziona dodici ore al giorno. Ma certe innovazioni non si possono imporre per decreto. Attenzione, perché nel decreto si parla di compensi, si va a incidere in materia contrattuale. Ecco tutto questo non si può fare in questo modo. Per questo, anche a Roma stanno crescendo le perplessità della base che pure è disponibile a un impegno che consenta a una maggiore presenza di sanità sul territorio». dal sito www.fimmgroma,org


Data News

04-09-2012


Pubblicato Da

BERNARDINO BERNARDINI

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