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** COMUNICATO STAMPA FIMMG LAZIO SULLA NORMA DELLA PRESCRIVIBILITA' DEI FARMACI **

Comunicato stampa Roma: 1 agosto 2012 ) Il decreto sulla prescrizione dei farmaci approvato dal Senato sarà un ulteriore aggravio burocratico per i medici ed un ulteriore balzello per i cittadini. Lo dichiara la Fimmg Lazio alla luce dell’approvazione del testo del decreto della cosiddetta “spending review”, che introduce l’obbligo da parte dei medici di prescrivere, nel caso di nuova diagnosi di una malattia, il solo nome della sostanza farmaceutica, salvo che ritenga sia necessario un prodotto particolare, in questo caso dovrà formulare una relazione sintetica che giustifichi tale scelta. Ma cosa cambierà realmente per il cittadino, una volta varata la Legge ? Secondo la Fimmg Lazio, in assenza di una regolamentazione applicativa, che si spera possa essere condivisa al piu’ presto, rischia di essere un altro elemento di disservizio per il sistema sanitario regionale. Immaginiamo un malato che esca da un reparto di cardiologia con un prescrizione “bianca” di farmaci “griffati” e che si rechi dal proprio medico di famiglia per la riprescrizione; questi, in assenza di una relazione sintetica del collega dovrà indicare solo i nomi delle sostanze terapeutiche, oppure per agevolare il paziente, dovrà redigere una relazione scritta motivando la scelta sulla base della prescrizione specialistica ospedaliera. Sarebbe l’ennesimo pezzo di carta da scrivere, l’ennesimo atto burocratico inutile tra un certificato ed una ricetta elettronica, il blocco del server ecc.. Ma soprattutto quale sarà la reazione del paziente, magari appena dimesso dopo un infarto o una malattia importante, che si veda “tradurre” e mutare la terapia ospedaliera ? Tutto cio’ varrà anche per il medico ospedaliero, di un reparto di cardiologia sotto organico,che dovrà scrivere relazioni sintetiche per giustificare l’utilizzo di un farmaco? Vantaggi per il sistema? Un presunto risparmio, su base nazionale di circa 800 milioni di euro. Molto presunto. La verità è che siamo in presenza dell’ennesimo balzello sulle spalle di un sistema sanitario regionale che da anni cerca di risollevarsi dal deficit in un piano di rientro, e che vede da anni tutti i medici sottoposti ad una pressione lavorativa intollerabile ed ad un carico burocratico ed assistenziale pazzesco, unico del suo genere. Purtroppo, i primi a farne le spese sono come al solito i cittadini. Lungi dal migliorare la qualità del servizio, come alcune associazioni di rappresentanza dei cittadini fanno notare, tale decreto invece è un altro colpo alla figura professionale del medico, al suo ruolo, alla sua capacità anche sulla base della sua esperienza di decidere quale farmaco sia il migliore per una determinata patologia. La lettura economica, allineando tutte le sostanze sul parametro della genericabilità, delega la scelta del farmaco al cittadino od al farmacista nella maggior parte dei casi, dimenticandosi che la responsabilità del trattamento terapeutico è sempre e solo del medico. Nel Lazio, già da molti anni, abbiamo proposto soluzioni che si sono dimostrate valide, addirittura alternative al ticket, che non hanno penalizzato l’assistenza e non hanno creato conflitti tra le categorie ma soprattutto tra medico e paziente. Nel 2007, solo agendo su una classe di farmaci, gli antiacidi gastrici, si sono risparmiati dal 1 Aprile al 31 Dicembre 56 milioni di euro, cosa che non fu possibile per altre classi di farmaci perché vi furono veti da piu’ fonti che ne bloccarono l’evoluzione. Il farmaco equivalente è una grande risorsa per il sistema sanitario pubblico, probabilmente dal 1996 ad oggi non ha ben funzionato la politica di diffusione come in altri Paesi Europei, considerando che nel nostro Paese i farmaci perdevano il brevetto 15 anni dopo i termini brevettuali degli altri stati. Solo da poco tempo e neanche per tutti i farmaci cosidetti “blockbuster” abbiamo a disposizione un prontuario terapeutico di equivalenti degno di tale nome, oltre all’handicap del 20% di tolleranza sui parametri di bioequivalenza, che certo non aiuta a “concedersi anema e core” all’uso del farmaco generico. Risparmi? Quali? Per chi? Per il cittadino? Già oggi chi non desidera un farmaco equivalente paga di sua tasca la differenza senza incidere sulle casse dello Stato. Cio’ che cambia, in peggio, è che con queste modifiche alla prescrizione il cittadino non pagherà piu’ la differenza, ma pagherà il farmaco per intero se ne vuole uno diverso da quello prescritto. Bel risparmio. Per i medici? L’ennesima occasione di conflittualità con i cittadini, perche nel Bel Paese si fa presto a scrivere leggi e decreti, senza valutarne l’impatto sul quotidiano, sulle persone che lavorano nel sistema e su chi ne usufruisce. Il ruolo del medico? Nel cestino. Tanto a che serve? La qualità del servizio? Sotterrata da tonnellate di pezzi di carta. Come finirà? “Dotto,…me segni quello che per lei è meglio su ricetta bianca, vorrà di’ che me lo pago”. Con buona pace di chi in questo Paese persegue l’obiettivo di smantellare il sistema pubblico solidaristico ed universale. dal sito www,fimmgroma.org


Data News

02-08-2012


Pubblicato Da

BERNARDINO BERNARDINI

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