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COMUNICATI ASSOCIAZIONE MEDICI PER L'AMBIENTE

L’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde di Viterbo ha chiesto notizie in merito agli interventi predisposti per garantire acque pulite e salubri alle persone che vivono e lavorano nella casa circondariale di Viterbo L’ Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo ha nuovamente scritto alla Direzione della casa circondariale di Viterbo per reiterare la richiesta d’informazioni relative alla qualità delle acque somministrate ed alla eventuale presenza di dispositivi di dearsenificazione. * Comunicato stampa a cura dell’ Associazione italiana medici per l'ambiente -Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo Viterbo, 28 giugno 2012 * Di seguito il testo della lettera Alla Direttrice della casa circondariale di Viterbo e per opportuna conoscenza: al Ministro della giustizia al Prefetto di Viterbo al Sindaco di Viterbo al Garante dei detenuti del Lazio alla Presidente della Regione Lazio al Presidente della Provincia di Viterbo all’Arpa Lazio sezione di Viterbo Al Direttore generale della Asl di Viterbo al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica della Asl di Viterbo al Servizio igiene alimenti e nutrizione della Asl di Viterbo alla Talete spa Oggetto: nuova reiterazione della richiesta di informazioni relative alla qualità delle acque somministrate nella casa circondariale di Viterbo e alla eventuale presenza di dispositivi di dearsenificazione. Gentile Direttrice , l’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di Viterbo, in data 7 ottobre 2011 e 4 novembre 2011, ha chiesto e successivamente reiterato di conoscere le verifiche effettuate e gli eventuali interventi predisposti per garantire la somministrazione di acque salubri e pulite e in particolare con valori del parametro arsenico al di sotto dei 10 microgrammi/litro ai cittadini sottoposti a regime detentivo, agli agenti di polizia penitenziaria e per le preparazioni alimentari prodotte all’interno della casa circondariale. Tali richieste, che non hanno avuto risposta, sono state motivate dal fatto che il territorio del comune di Viterbo, nel quale è ubicata la casa circondariale che lei dirige, è interessato da questa grave problematica ambientale e sanitaria. Il Decreto Legislativo n. 31 del 2 Febbraio 2001 che, in recepimento della Direttiva Europea 98/83/CE, disciplina la qualità delle acque potabili destinate al consumo umano per garantirne salubrità e pulizia, ha ridotto da 50 a 10 μg/l (microgrammi/litro) il limite del quantitativo massimo di arsenico nelle acque potabili in ragione della sua cancerogenicità, tossicità e dell’evidente rischio per la salute umana. L’arsenico infatti è un elemento cancerogeno certo di classe 1, secondo l’Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc), ed ha una correlazione diretta con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. Inoltre l’esposizione cronica all’arsenico attraverso l’acqua assunta come bevanda è stata associata anche a cancro del fegato e del colon. Una sempre più vasta documentazione scientifica associa l’arsenico, sempre attraverso l’assunzione cronica di acque contaminate, anche a patologie cardiovascolari, neurologiche e neurocomportamentali; diabete di tipo 2; lesioni cutanee, disturbi respiratori; disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche. Per quanto sopra esposto e in assenza di alcun riscontro si reitera nuovamente la richiesta in questione. L’Associazione italiana medici per l’ambiente - isde di Viterbo, nel ringraziarla nuovamente per la sua attenzione, le rinnova ancora la propria disponibilità per un incontro di chiarimento ed approfondimento relativo alle problematiche sanitarie connesse alla presenza di arsenico nelle acque destinate a consumo umano. In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti, dottoressa Antonella Litta referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) Viterbo, 21 giugno 2012 “Degrado delle acque del lago di Vico e rischi sanitari per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione”. L’on. Gino Bucchino ha presentato una nuova interrogazione parlamentare L’on. Gino Bucchino, il 28 giugno 2012, ha presentato una nuova interrogazione parlamentare al ministro dell’ambiente e al ministro della salute, in merito alla gravissimo degrado dell’ecosistema del lago di Vico e ai possibili rischi sanitari per le popolazioni di Caprarola e Ronciglione che ne utilizzano le acque. * Comunicato stampa a cura dell’ Associazione italiana medici per l'ambiente -Isde (International Society of Doctors for the Environment) di Viterbo Viterbo, 29 giugno 2012 Per comunicazioni: Isde di Viterbo, tel.3383810091, e-mail: isde.viterbo@gmail.com * Di seguito il testo dell’interrogazione parlamentare ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA Dati di presentazione dell'atto Legislatura: 16 Firmatari Primo firmatario: BUCCHINO GINO Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 28 giugno 2012 Destinatari • MINISTERO DELLA SALUTE • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE On. Gino Bucchino, al Ministro della salute, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere, premesso che: • l’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment ) di Viterbo, in considerazione del gravissimo e documentato degrado delle acque del lago di Vico, ha più volte chiesto di conoscere l’attuale classificazione di queste acque e il tipo di trattamento cui sono ordinariamente sottoposte; • questa richiesta, ancora senza una risposta ufficiale, si è resa necessaria ed è urgente in quanto gli acquedotti dei Comuni di Ronciglione e Caprarola sono riforniti per la maggior parte da acque captate proprio da questo lago; • sono ormai ben documentate le gravi problematiche ambientali del lago di Vico: frequenti ed intense fioriture - favorite anche dall’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci - dell'alga rossa Plankthotrix rubescens produttrice di numerosi tipi di tossine dette microcistine (non termolabili) a valenza epatotossica, gastroenterica e con possibile azione cancerogena, marcata riduzione del quantitativo di ossigeno nelle sue acque, sempre più scarsa trasparenza di esse e presenza di metalli pesanti in elevata concentrazione nei sedimenti; • nel corso degli ultimi due anni sono stati presentati dati allarmanti («Attività di contrasto al degrado della qualità delle acque del lago di Vico» assessorato all'ambiente della Provincia di Viterbo) che hanno evidenziato la presenza di arsenico e di altre sostanze tossiche e cancerogene di norma estranee alle acque del lago quali: mercurio, idrocarburi policiclici aromatici (IPA), e nei suoi sedimenti alte concentrazioni di arsenico - 647 mg/kg SS (valore soglia 20 mg/kg SS) -, cadmio - 12 mg/kg SS (valore soglia 2 mg/kg SS) - e nichel - 566 mg/kg SS (valore soglia 120 mg/kg SS); • ulteriori risultati di indagine presentati dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo presso il dipartimento regionale rifiuti ed energia - hanno confermano la presenza di arsenico in concentrazioni molto elevate nei sedimenti lacustri; • un rapporto del Centro tecnico logistico interforze Nbc di Civitavecchia del 25 marzo 2010, prot. 38, relativo ai risultati di una indagine geofisica commissionata dal Ministero della Difesa per la ricerca di masse anomale interrate presso il magazzino materiali di Difesa Nbc di Ronciglione (sede posta in prossimità del lago, nella quale durante l'ultimo conflitto mondiale, era attivo «un impianto per la produzione e il deposito di ordigni a caricamento speciale» presumibilmente atto alla produzione di armi chimiche), ha evidenziato la presenza di masse metalliche e non metalliche interrate in diversi punti del sito e, da carotaggi ed analisi chimiche su campioni di terreno prelevati, valori di arsenico superiori a quanto previsto dalla normativa in vigore; • le popolazioni di Caprarola e Ronciglione che utilizzano ordinariamente l’acqua captata dal lago come bevanda, per le preparazioni alimentari ed uso igienico-sanitario, possono essere esposte alle tossine prodotte dall’alga rossa e alle altre sostanze tossiche e cancerogene; • l’ Isde di Viterbo, non avendo ricevuto specifica risposta da parte delle competenti istituzioni, con lettera del giorno 10 aprile 2012 ha sollecitato anche l’intervento del Prefetto di Viterbo per acquisire l’attuale classificazione delle acque del lago e per verificare, l’ottemperanza, da parte delle Istituzioni ed enti preposti, al D.Lgs. 152/06; • questo Decreto individua tra le acque superficiali a specifica destinazione funzionale, le “acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile” e stabilisce che le acque dolci superficiali destinate alla produzione di acqua potabile, in base alle caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche possedute, siano classificate dalle Regioni, nelle categorie A1, A2, A3 e sottoposte ai seguenti trattamenti: categoria A1: trattamento fisico semplice e disinfezione; categoria A2: trattamento fisico e chimico normale e disinfezione; categoria A3: trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione; • sempre questo stesso Decreto legislativo impone che le acque dolci superficiali che presentano caratteristiche fisiche, chimiche e microbiologiche qualitativamente inferiori ai valori limite imperativi della categoria A3 possono essere utilizzate, in via eccezionale, solo nel caso in cui non sia possibile ricorrere ad altre fonti di approvvigionamento e a condizione che le acque siano sottoposte ad opportuno trattamento che consenta di rispettare le norme di qualità delle acque destinate al consumo umano; • risulta che la Regione Lazio è stata più volte sollecitata anche dalla Prefettura di Viterbo a fornire risposta alla questione di cui sopra; - quali iniziative urgenti hanno assunto o intendano assumere al fine di sollecitare i soggetti interessati a: a) rendere nota l’attuale classificazione delle acque del lago di Vico erogate per consumo umano; nel caso la classificazione, come appare presumibile, sia A3, predisporre subito fonti alternative di approvvigionamento idrico per le popolazioni, per gli esercizi commerciali, per le scuole e le mense della scuola dell’infanzia e primaria, per l'ospedale di Ronciglione e per tutte le industrie alimentari locali; b) rispettare le note della Asl di Viterbo che, in relazione alla gravità del degrado di queste acque e alla difficoltà di realizzare processi di potabilizzazione veramente efficaci a garantirne salubrità e pulizia, hanno chiesto da tempo forniture di acque in forme alternative a quelle lacustri; c) individuare la provenienza di quelle sostanze tossiche e cancerogene rilevate nel lago di Vico e di norma estranee agli ecosistemi lacustri; d) intensificare i controlli di tutte le attività notturne e diurne all'interno della riserva del lago di Vico; e) avviare studi di monitoraggio e sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute delle popolazioni di Caprarola e Ronciglione; f) realizzare controlli regolari e costanti sulla qualità e provenienza dell’ acqua utilizzata nelle preparazioni alimentari distribuite nei pubblici esercizi e nelle scuole; g) realizzare controlli regolari e costanti sulla fauna ittica ad uso commestibile relativamente alla presenza nelle loro carni di metalli pesanti e microcistine; h) controllare le pratiche agricole e l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti nei terreni circostanti il lago; controllare, altresì, come ulteriori possibili fonti d’inquinamento del lago, gli scarichi degli insediamenti


Data News

29-06-2012


Pubblicato Da

BERNARDINO BERNARDINI

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