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COMUNICATO STAMPA ENPAM

Comunicato stampa – Sindacati riuniti all’Enpam Oliveti: “La categoria ha un obiettivo comune: il raggiungimento dell’equilibrio trentennale delle pensioni” Roma, 17 giugno 2011 - I vertici nazionali di 18 sigle sindacali si sono riuniti oggi all’Enpam per discutere del futuro previdenziale della categoria medica. L’incontro, previsto da tempo, è stato anche l’occasione per illustrare il reale buon andamento dei conti della Cassa dei medici e degli odontoiatri che il 25 giugno prossimo presenterà all’approvazione un bilancio in attivo di 1,137 miliardi di euro. L’Enpam ha sottolineato che il vero nodo è rappresentato dall’obbligo, imposto dallo Stato, di raddoppiare da 15 a 30 anni l’orizzonte temporale di tenuta delle pensioni. La Fondazione chiede unità alla categoria per ottenere dal Governo nuove regole che permettano di raggiungere con gradualità l’equilibrio trentennale. “Se a un saltatore in alto spostiamo improvvisamente l’asticella a un’altezza doppia, non riuscirà mai a saltarla – ha esemplificato il vicepresidente vicario dell’Enpam Alberto Oliveti – a meno che non gli si dia un’asta per il nuovo sport e il tempo per imparare a usarla”. Nonostante i conti della cassa previdenziale negli ultimi anni siano andati costantemente migliorando, l’innalzamento della speranza di vita obbliga l’ente a fare interventi sulla previdenza. Medici e Odontoatri, coesi, hanno interesse a ottenere insieme norme che consentano riforme più graduali possibili. All’incontro, che inaugura una nuova stagione di dialogo con i sindacati, erano rappresentate le seguenti sigle AIO, ANAAO-ASSOMED, ANDI, ANPO – ASCOTI – FIALS MEDICI, CIMO – ASMD, CIPe, CISL MEDICI, FASSID, SIMET, FIMMG, FIMP, FESMED, FP CGIL, FEDERAZIONE MEDICI UIL FPL, FVM, SMI, SNAMI e SUMAI. Durante la seduta è stata anche ripercorsa l’intera vicenda sugli investimenti legati a titoli derivati. Malgrado fuorvianti e allarmistiche informazioni diffuse dalla stampa, infatti, l’impatto negativo di alcuni investimenti fatti prima della grande crisi del 2008 è stato notevolmente ridotto. Ad oggi il rischio perdite interessa circa il 2,5% del patrimonio (l’importo totale soggetto a rischi è inferiore a 290 milioni di euro), con prospettive di ulteriori miglioramenti.


Data News

21-06-2011


Pubblicato Da

BERNARDINO BERNARDINI

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